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I sommersi e i salvati - 9788806186524
di Primo Levi edito da Einaudi, 2007
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: I sommersi e i salvati
- Autore: Primo Levi
- Editore: Einaudi
- Collana: Super ET
- Data di Pubblicazione: 2007
- Genere: storia d'europa
- Argomento : Campi di concentramento
- Pagine: XI-197
- Dimensioni mm: 210 x 135 x 12
- ISBN-10: 8806186523
- ISBN-13: 9788806186524
I sommersi e i salvati, adifferenzadel più tragicamente noto Se questo è un uomo, non è il raccontodi una storia o un’autobiografia: è un saggio che analizza in particolare ’aspetto psicologico e umano (sedi umanità si può parlare)dei sopravvissuti ai campidi concentramento. Levi analizza a sottile madeterminantedifferenziazionedei prigionieri, a vergognadei carnefici, e violenze inutili e gratuitedegli oppressori o ’impossibilitàdi concepire il suicidio al’internodel campo. Il titolo si riferisce aledue categoriedi prigionieri presenti nei campi: i “salvati” sono i sopravvissuti, queli scampati ala morte grazie a svariati motivi:dal’egoismo alo spionaggio,da servizi resi al nemico o per pura fortuna, come è stato il casodi evi. I “sommersi”, invece, sono tutti queli che non ce ’hanno fatta, che si sono inevitabilmente piegati ala crudeltà e ala ucida pazziadi un regime. Che non hanno resistito fisicamente e mentalmente aldenutrimento, ale torture, ale umiliazioni, ala fatica. Ma possonodavverodefinirsi salvati queli sopravvissuti? I oro tormenti successivi, i oro rimorsi, i oro irrazionali sensidi colpa e il perpetuodomandarsidi come mai oro erano ancora vivi avvelenarono molti superstiti. Ed è proprio questa a vittoriadei nazisti, secondo o scrittore. Cioè che fra tutti quegli uomini iberati non c’è uno che possadefinirsi salvato. Sono tutti condannati ad un’esistenza burrascosa,devastante, inumana. E per cosa? Per essere appartenuti ad una religionediversada quela cristiana, per averdifeso i propri ideali, per averdeficienze fisiche incurabili? Perché ideportati non erano solo ebrei ma anche prigionieri politici,disabili, omosessuali. Tutti coloro scomodi al Terzo Reich o non classificabili come ariani. Lo scrittore è inoltre molto preoccupato, ed è il tormento che si porterà per tutta a vita, che tutto ciò che è stato commesso saràdimenticato, sarà ridimensionato e sarà valutato superficialmente come semplice evento storico. Egli si chiede che cosa accadrà quando ’ultimo superstite morirà e quando ’ultima prova viventedi quel’esperienza svanirà. Teme che resteranno solo e oro testimonianze, i oro racconti, ma che già ora sembrano così remote, così ontanedala nostra realtà. Egli vuole impedire che ciò accada, che quei fattidiventino solodele storiele giàdette e sentite mile volte e quindi inevitabilmente trascurate e sminuite. evi sidefinisce, insieme agli altri superstiti, custodidela sofferenzadi quele persone,dele atrocità commesseda Hitler. Egli vuole farci ricordare non perché èdoveroso ma perché è necessario, per far sì che non si ripeta nientedel genere. Secondo me il grande meritodi evi sta, aldi adi avere a forzadi raccontare nuovamente una vicenda terribile, nel tentativodi analizzare scrupolosamente i comportamentidei tormentati edei tormentatori, non assumendo il ruolodela vittima madel testimonediretto, che vuole raccontare e atrocità subite, viste e vissute. ’analisidi evi risulta infatti ucida e attenta, fruttodi annidi riflessione edi una maturità conseguita con sofferenza, anche attraverso adivulgazionedela sua storia.
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I sommersi e i salvati, adifferenzadel più tragicamente noto Se questo è un uomo, non è il raccontodi una storia o un’autobiografia: è un saggio che analizza in particolare ’aspetto psicologico e umano (sedi umanità si può parlare)dei sopravvissuti ai campidi concentramento. Levi analizza a sottile madeterminantedifferenziazionedei prigionieri, a vergognadei carnefici, e violenze inutili e gratuitedegli oppressori o ’impossibilitàdi concepire il suicidio al’internodel campo. Il titolo si riferisce aledue categoriedi prigionieri presenti nei campi: i “salvati” sono i sopravvissuti, queli scampati ala morte grazie a svariati motivi:dal’egoismo alo spionaggio,da servizi resi al nemico o per pura fortuna, come è stato il casodi evi. I “sommersi”, invece, sono tutti queli che non ce ’hanno fatta, che si sono inevitabilmente piegati ala crudeltà e ala ucida pazziadi un regime. Che non hanno resistito fisicamente e mentalmente aldenutrimento, ale torture, ale umiliazioni, ala fatica. Ma possonodavverodefinirsi salvati queli sopravvissuti? I oro tormenti successivi, i oro rimorsi, i oro irrazionali sensidi colpa e il perpetuodomandarsidi come mai oro erano ancora vivi avvelenarono molti superstiti. Ed è proprio questa a vittoriadei nazisti, secondo o scrittore. Cioè che fra tutti quegli uomini iberati non c’è uno che possadefinirsi salvato. Sono tutti condannati ad un’esistenza burrascosa,devastante, inumana. E per cosa? Per essere appartenuti ad una religionediversada quela cristiana, per averdifeso i propri ideali, per averdeficienze fisiche incurabili? Perché ideportati non erano solo ebrei ma anche prigionieri politici,disabili, omosessuali. Tutti coloro scomodi al Terzo Reich o non classificabili come ariani. Lo scrittore è inoltre molto preoccupato, ed è il tormento che si porterà per tutta a vita, che tutto ciò che è stato commesso saràdimenticato, sarà ridimensionato e sarà valutato superficialmente come semplice evento storico. Egli si chiede che cosa accadrà quando ’ultimo superstite morirà e quando ’ultima prova viventedi quel’esperienza svanirà. Teme che resteranno solo e oro testimonianze, i oro racconti, ma che già ora sembrano così remote, così ontanedala nostra realtà. Egli vuole impedire che ciò accada, che quei fattidiventino solodele storiele giàdette e sentite mile volte e quindi inevitabilmente trascurate e sminuite. evi sidefinisce, insieme agli altri superstiti, custodidela sofferenzadi quele persone,dele atrocità commesseda Hitler. Egli vuole farci ricordare non perché èdoveroso ma perché è necessario, per far sì che non si ripeta nientedel genere. Secondo me il grande meritodi evi sta, aldi adi avere a forzadi raccontare nuovamente una vicenda terribile, nel tentativodi analizzare scrupolosamente i comportamentidei tormentati edei tormentatori, non assumendo il ruolodela vittima madel testimonediretto, che vuole raccontare e atrocità subite, viste e vissute. ’analisidi evi risulta infatti ucida e attenta, fruttodi annidi riflessione edi una maturità conseguita con sofferenza, anche attraverso adivulgazionedela sua storia.
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