La quintessenzadel noir è tutta nel’impossibilitàdi prevedere come andrà a finire, e non perché e trame siano complicate fino al’inverosimile o riescano a ingannare perfettamente il ettore: solo perché ’autore nasconde qualunque particolare che potrebbe tradirlo – anche se il piaceredi aver scoperto ’assassino in anticipo invoglia spesso ala ettura.
La sposa in nero è questo, un marchingegno il cui funzionamento si scopre solo nele ultime pagine, imprevedibile. Perdirla tutta, assomiglia più a un gialo originale, atipico, che a un noir: e unghe conversazioni non sempre necessarie alo sviluppo narrativo, i monologhidel protagonista, storied’amore impossibili non ci sono nel romanzo, che si nutre tuttodi una femme fatale camaleontica e crudele, indecifrabile, che nessuno riesce ad acciuffare. Cosa ega e morti che si susseguono? Com’è possibile che adonna svaniscadala scenadel crimine senza asciare alcuna traccia – o quasi – utile per identificarla? Cornel Woolrich, adattatoda Truffaut, s’inventa una storia avvincente e plausibile, senza forzature ridicole, per rispondere a questedomande. Sorprende il ettore in un finale che o confonde proprio perché o trascina in un binario narrativodiverso e gli fa notare adeviazione solo al’ultimo istante, sciogliendo un nododi tensione e avvenimenti che sembrava non avesse né un capo, né una coda.
C’è qualcosadi temibile e affascinante nela sposa vestitadi nero, e il solo fattodi ritrovarla sempre al principiodi ogni capitolo ispira una simpatia incondizionata o un’avversione motivata: entrambe trappole per a curiositàdei ettori edegli spettatori.
Ean
8010312077890
Titolo
Sposa In Nero (La)
Regia
Distributore
Data Pubblicazione
2008
Genere
Punti Accumulabili
La quintessenzadel noir è tutta nel’impossibilitàdi prevedere come andrà a finire, e non perché e trame siano complicate fino al’inverosimile o riescano a ingannare perfettamente il ettore: solo perché ’autore nasconde qualunque particolare che potrebbe tradirlo – anche se il piaceredi aver scoperto ’assassino in anticipo invoglia spesso ala ettura. La sposa in nero è questo, un marchingegno il cui funzionamento si scopre solo nele ultime pagine, imprevedibile. Perdirla tutta, assomiglia più a un gialo originale, atipico, che a un noir: e unghe conversazioni non sempre necessarie alo sviluppo narrativo, i monologhidel protagonista, storied’amore impossibili non ci sono nel romanzo, che si nutre tuttodi una femme fatale camaleontica e crudele, indecifrabile, che nessuno riesce ad acciuffare. Cosa ega e morti che si susseguono? Com’è possibile che adonna svaniscadala scenadel crimine senza asciare alcuna traccia – o quasi – utile per identificarla? Cornel Woolrich, adattatoda Truffaut, s’inventa una storia avvincente e plausibile, senza forzature ridicole, per rispondere a questedomande. Sorprende il ettore in un finale che o confonde proprio perché o trascina in un binario narrativodiverso e gli fa notare adeviazione solo al’ultimo istante, sciogliendo un nododi tensione e avvenimenti che sembrava non avesse né un capo, né una coda. C’è qualcosadi temibile e affascinante nela sposa vestitadi nero, e il solo fattodi ritrovarla sempre al principiodi ogni capitolo ispira una simpatia incondizionata o un’avversione motivata: entrambe trappole per a curiositàdei ettori edegli spettatori.