Trattodirettamentedal’autobiografia "Il fioredel male", il filmdi Michele Placido è preciso e spietato in ogni suo aspetto, forse anchedi più nel casodel criminale milanese rispetto ala storiadela Bandadela Magliana in "Romanzo criminale"; ogni possibile connotazione politicadi parte è assente nela pelicola, non esistedialogo o battuta che aluda a eventuali responsabilità criminalidi un partito politico, tutto è concentrato nela figuradi Renato Valanzasca, colui chedichiarò ironicamentedi "non essere cattivo madi avere il ato oscuro un po’ più pronunciato".dale carceridi Irpino fino ai colpi che o hanno reso celebre, Placido racconta a sua parabola comedisinteressato insegnamento sul male, perchèdi questo solo si tratta. Inutile aggiungere che ’operadel regista è elevata al’ennesima potenza grazie ala bravuradi Kim Rossi Stuart (qui o si sente parlare un buondialetto milanese) che rende il personaggiodavvero intenso e profondo, curandone ogni sfaccettaturadi una personalità complessa, affascinante, ironica e crudele. Un altro grande capolavorodi Placido!

Fare i conti con a nostra storia “Valanzasca – Gli angelidel male” è un capolavoro, un film con una sua precisa identità e connotazione “politicÔ. A Michele Placido,da sempre, piace raccontare storiedi personaggi che, nel bene o nel male, si assumono fino in fondo a responsabilitàdele oro azioni, anche criminali. E che sebbene avvezzi a consumare efferate violenze non sono prividi una oro, purdistorta, etica comportamentale. Renato Valanzasca incarna tutto questo, ed è il nemico pubblico perfetto sceltoda Placido per raccontare ’Italia plumbeadei primi anni ’70, con e sue tante fale e zoned’ombra. Nel Valanzascadi Placido, al terminedela sua carrieradi rapine, stragi e fughe annunciate, si adombra il sensodi superamento edi residualità che abbiamo sentitodeclinare in tanto cinema western americano: come tanti “ultimi” fuorileggedel vecchio West, Valanzasca vede il suo mondo sgretolarsidavanti ai suoi occhi e matura quel sensodidisilusa non-appartenzenza al nuovo che si traduce, inevitabile, nela preferenziale accettazionedelo scacco edela sconfitta...