Il tema del rilancio e della ripartenza aziendale &egrave; quanto mai centrale nel&nbsp;prossimo futuro. Molte imprese, gi&agrave; sottocapitalizzate prima dell&rsquo;attuale&nbsp;crisi economica, dovranno ripensare al proprio assetto patrimoniale e&nbsp;avranno necessit&agrave; di ottenere ingenti risorse finanziarie.<br />Al fine di creare un&nbsp;sistema pi&ugrave; resiliente, le imprese dovranno intervenire su molteplici fronti&nbsp;e attuare impegnative riorganizzazioni, anche a causa dei cambiamenti nei&nbsp;comportamenti dei consumatori. Dovranno essere ripensate nuove forme&nbsp;di relazione con i clienti e riviste le strutture della supply chain e delle filiere&nbsp;distributive, non da ultimo si dovranno impostare nuove infrastrutture&nbsp;tecnologiche.<br />Per porre in essere questi fondamentali cambiamenti, le aziende necessiteranno&nbsp;oltre che di nuovi capitali anche di know how e competenze manageriali specifiche, di cui in molti casi sono carenti. Di qui il ruolo&nbsp;fondamentale dei fondi di turnaround: fondi chiusi riservati a investitori qualificati che investono in imprese che si trovano in una condizione di difficolt&agrave; finanziaria, con l&rsquo;obiettivo di ristabilirne la profittabilit&agrave;. Per un rilancio il pi&ugrave; possibile efficace serviranno operatori dotati di risorse finanziarie e di adeguate competenze manageriali per portare avanti processi di&nbsp;consolidamento e riorganizzazione delle filiere produttive, ma serviranno anche investitori strategici e un mercato dell&rsquo;M&amp;A che possa contribuire a risolvere alcune delle carenze strutturali del sistema economico italiano, quali le limitate dimensioni aziendali spesso legate a una radicata struttura familiare, per consentire alle nostre imprese di competere su scala europea e su mercati globali.