<br />A trent&rsquo;anni da Tangentopoli e a dieci dall&rsquo;entrata in vigore della Legge Severino, il volume <b>analizza le diverse ipotesi di corruzione</b> presenti nel nostro ordinamento allo scopo di coglierne gli <b>elementi comuni e le differenze</b>, provando a rispondere alla seguente domanda: esiste un&rsquo;unica, tradizionale, ipotesi di corruzione o &egrave; pi&ugrave; corretto parlare di corruzioni?<br /><br />Oltre al cd. &ldquo;micro-sistema&rdquo; di reati previsti nel codice penale (art. 318 e ss. c.p.), infatti, in diversi rami dell&rsquo;ordinamento (dal societario al fallimentare passando per il farmaceutico), sono presenti plurime ipotesi di reato che presentano le medesime caratteristiche &ndash; e, di conseguenza, i medesimi problemi di accertamento &ndash; delle cd. corruzioni &ldquo;tradizionali&rdquo;.<br />Vi sono poi settori dell&rsquo;ordinamento nei quali l&rsquo;esperienza ha dimostrato come il &ldquo;rischio corruzione&rdquo; sia pi&ugrave; accentuato rispetto ad altri, con la conseguente necessit&agrave; &ndash; ormai non pi&ugrave; rimandabile &ndash; di affiancare allo strumento repressivo quello preventivo. Esigenza, quest&rsquo;ultima, particolarmente avvertita in considerazione del fatto che diverse ipotesi di corruzione sono tali da determinare anche una responsabilit&agrave; delle persone giuridiche ai sensi del D. Lgs. 231/2001.<br />Completano l&rsquo;opera i capitoli dedicati agli <b>strumenti investigativi</b> volti a far emergere l&rsquo;accordo corruttivo (analizzati anche alla luce delle recenti riforme, tra cui la cd. &ldquo;spazzacorrotti&rdquo;), al nuovo <b>ruolo della Procura Europe</b>a e ai <b>profili sanzionatori.</b><br />&nbsp;