Siamo in pieno lockdown, rintanati in casa, il fiato sospeso; isolati dalla vita ordinaria, dagli abbracci e dalle abitudini che ora acquistano un nuovo valore. Connessi al mondo esterno attraverso i social e la tv. Il silenzio è squarciato dal grido delle sirene, i notiziari enunciano morti come fossero sassolini, rametti secchi spazzati via dal mostro invisibile. A Parma, un’autrice abituata a usare le parole per dar voce alle altre vite, si chiede “cosa posso fare io?”.
Scrivere di questi giorni immobili, del tempo incerto, del respiro spezzato, affinché nulla possa essere dimenticato. Contatta alcune autrici, tutte di Parma e della provincia, chiede loro di raccontarsi: cosa state provando? In cosa sperate? A chi vi affidate per alleggerire lo spirito? Come sarà domani?
Nasce una raccolta dal titolo evocativo che si prefigge di mantenere in vita tutti quei sassolini, i rametti spazzati via dal virus perchè, in un attimo, tutto ci può diventare indifferente e scontato. La parola sa preservare, evocare e custodire.