«Il mondo oggi è una babele di storie che si raccontano, oltre che nei libri, sui giornali, alla radio, al cinema, in televisione, attraverso la rete… Ma ancora ogni tanto comparirà sulla scena un libro della razza di cui parlava Nietzsche. Un libro che “non è un uomo, ma è quasi un uomo”: e incomincerà a camminare da una generazione all’altra, da un’epoca all’altra. Io continuo a credere nella letteratura» ha dichiarato Sebastiano Vassalli nella sua autobiografia-intervista Un nulla pieno di storie. In quelle pagine si è definito come «un viaggiatore nel tempo» che ha sempre dato valore al passato e ancor più al futuro grazie alla testimonianza e al significato delle parole che passano da una generazione all’altra. Per questo il Centro Novarese di Studi Letterari, che in occasione del 20° di fondazione aveva ricevuto in dono dallo scrittore carte, libri e opere grafiche durante una cerimonia pubblica, intende ora avviare un’attività di ordinamento, studio e valorizzazione di tali documenti d’archivio quale bene prezioso da conservare per le nuove generazioni, grazie al supporto del gruppo di ricerca del Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica. Vassalli è infatti un’eccellenza culturale e letteraria del territorio novarese, di cui è uno dei grandi testimonial, essendo noto e letto in Italia e nel mondo (soprattutto grazie al capolavoro La chimera ambientato nella pianura tra Sesia e Ticino), come lo è l’architetto Alessandro Antonelli per l’Ottocento. La piccola mostra, la prima di altre che seguiranno, illumina un periodo poco conosciuto – tra pittura, poesia d’avanguardia, insegnamento e prime prose narrative – nella biografia e bibliografia dello scrittore nato a Genova nel 1941 ma vissuto a Novara dai primi anni d’età fino all’improvvisa scomparsa nel 2015 in odore di premio Nobel. L’arco di tempo va dalla prima pubblicazione nel 1965 fino alla vigilia della Chimera. L’interesse delle carte dell’autore, di cui è esposto qualche esemplare, vuole sensibilizzare sulle potenzialità di crescita culturale che questo scrittore tanto significativo può favorire attraverso attività che dovranno stimolare istituzioni, scuole, università e la stessa comunità novarese, piemontese e nazionale a ripensare il valore del patrimonio materiale e immateriale costituito dal «miracolo delle parole che trattengono la vita», capaci di «camminare da una generazione all’altra».