&ldquo;Infinito fu il tempo, uomo, prima che tu venissi alla luce, e infinito sar&agrave; quello dell&rsquo;Ade&rdquo;: questo epigramma attribuito al poeta Leonida di Taranto esprime l&rsquo;inevitabilit&agrave; del momento di passaggio da un mondo all&rsquo;altro che la morte rappresenta, affrontato dalle popolazioni antiche secondo le proprie concezioni culturali e pratiche socio-religiose. Nel caso dell&rsquo;Italia meridionale, l&rsquo;archeologia della morte offre un osservatorio privilegiato dei meccanismi culturali in un periodo di mutazioni politiche, sociali e artistiche, dopo il progressivo indebolimento dei poteri politici del periodo arcaico e prima dell&rsquo;espansione romana.<br />Concentrandosi, quindi, pi&ugrave; specificamente sul mondo funerario dell&rsquo;Italia meridionale dalla fine del VI all&rsquo;inizio del III secolo a.C., questo libro affronta tale momento, punto di svolta cruciale per la formazione delle identit&agrave; culturali, a partire da diversi temi tra loro interconnessi: la storia dell&rsquo;archeologia funeraria, le nozioni di spazio e pratiche funerarie, l&rsquo;antropologia biologica e culturale, nonch&eacute; il tema delle immagini in contesto. Riunendo le ricerche di specialisti affermati e giovani studiosi dell&rsquo;Italia preromana, &egrave; il risultato degli atti dell&rsquo;incontro franco-italiano tenutosi all&rsquo;Institut national d&rsquo;histoire de l&rsquo;art di Parigi il 24 e 25 marzo 2017.&nbsp;<br />Il percorso seguito, dagli scavi ottocenteschi all&rsquo;immaginario delle &eacute;lite campane e lucane, attraverso anche lo studio della struttura del paesaggio e delle pratiche funerarie greche ed italiche, permette di evidenziare la ricchezza e la complessit&agrave; delle espressioni simboliche e materiali adottate dalle comunit&agrave; che popolavano la penisola.<br />&nbsp;