&ldquo;&ldquo;&hellip; Non mi ha quindi affatto sorpreso che Zuppante, abituato a nutrirsi come si usa dire delle midolla di leone, abbia scovato nelle &ldquo;varie&rdquo; dell&rsquo;Archivio Storico Comunale di Orte il registro contabile manoscritto, inedito, di Bartolomeo<i> magistri Petri Johannis Francisci</i> che visse &ndash; non poco, per la sua epoca &ndash; settantotto anni circa, fra il 1327 e pi&ugrave; o meno il 1405. Dovremmo chiamarlo ser in quanto era con certezza notaio, notai erano il padre Pietro e il fratello Angelo, notarile per quanto non particolarmente elegante la sua graf&igrave;a.<br />Il suo registro ce lo mostra proprietario di beni immobili, imprenditore, mercante, banchiere o comunque gestore di denaro e abile nelle manovre finanziarie, amministratore ed economo; e il fatto che per tre anni, dal 1370 al 1372, fosse anche appunto economo della Confraternita dei Raccomandati di Santa Maria getta uno sprazzo di luce anche sul suo ruolo sociale, sul suo impegno civico e sulla sua vita religiosa comunitaria; ebbe occasionalmente anche un ruolo nelle magistrature comunali ortane e proprio in un anno poco tranquillo, il 1367, l&rsquo;anno nel quale papa Urbano V prov&ograve; a rientrare da Avignone a Roma e in relazione al suo passaggio per Viterbo si verific&ograve; nel settembre una specie di tumulto popolare, la &ldquo;rivolta di Piano Scarano&rdquo;, le conseguenze della quale comportarono anche il coinvolgimento di oltre cinquecento armati ortani (parecchi, per la popolazione urbana del tempo).&rdquo;<br /><br /><i>(Dall&rsquo;introduzione di Franco Cardini)</i>