Due racconti solo a prima vista diversi affrontano di nuovo uno dei temi fondamentali per Ada Zapperi<br/>Zucker, quello delle dolorose conseguenze che i dodici anni di nazismo hanno comportato non solo per<br/>la generazione che l'ha vissuto in prima persona, quanto per quelle successive.<br/>Le due storie sono solo un pretesto per raccontarne molte altre, scrigni gonfi di notizie inattese -<br/>comprovate da un lavoro di capillare raccolta di dati nel corso degli anni - e narrate in uno stile lucido,<br/>a volte molto dolce, altre aspro ma sempre pieno di buonsenso e sensibilità.<br/>Il primo racconto, quasi la relazione di una terapia di gruppo, mette due generazioni allo specchio.<br/>L'assenza della figura paterna negli anni del nazismo e la seconda guerra mondiale hanno comportato<br/>uno spostamento dell'asse familiare: l'autorità matriarcale ha prodotto figli maschi deboli e poco<br/>consapevoli e figlie femmine in cui crescita personale e coscienza individuale non procedono di pari<br/>passo.<br/>Nel secondo racconto l'acquisto di una casa modesta, da ordinario investimento patrimoniale qual<br/>è, diventa un incontro col passato del vecchio padrone, ormai scomparso, e la presa di coscienza di una<br/>realtà storica troppo a lungo ignorata.<br/>Un libro sempre attuale sul discusso rapporto uomo-donna e una presa di posizione molto chiara<br/>anche dal punto di vista storico.