Quello che a prima vista sembra essere un tentativo di suicidio in carcere, riapre un caso che molti a Bergamo avevano ormai dimenticato, credendolo chiuso da oltre vent&rsquo;anni.<br />Sergio Morganti, commissario di polizia, bergamasco doc, che su quel caso ha lasciato una parte importante della carriera e, soprattutto, degli affetti familiari, decide di seguire l&rsquo;intuito iniziale del suo vice, di andare a fondo, di vederci chiaro, di dare retta a quella vocina che gli affiora nella testa, quel suo &ldquo;tarlo del dubbio&rdquo;, all&rsquo;apparenza cos&igrave; improponibile che il solo pensarlo potrebbe rappresentare un azzardo.<br />Da subito si trova al fianco due alleate preziose: una giovane assistente procuratore della repubblica che ne asseconda le intuizioni ed una avvenente giornalista del quotidiano locale che assume un ruolo importante nel lavoro investigativo prima e nella vita poi, potendo confidare sull&rsquo;istinto femminile e sull&rsquo;attaccamento a lui, uomo all&rsquo;apparenza scontroso, scorbutico e un po&rsquo; orso.<br />Tutto si consuma in sette giorni. Una sola settimana per risolvere i due casi, quello attuale e l&rsquo;altro vecchio di oltre vent&rsquo;anni, che si sovrappongono, si intersecano, si incrociano, si confondono. Una sola settimana per chiudere i conti con il passato, per indirizzare il presente e per impostare il futuro.<br />Lo sfondo alla vicenda lo garantiscono i silenzi, le piazze, le strade ciottolate, le campane, le case e i locali pubblici di Citt&agrave; Alta, avvolta nelle atmosfere umide, fredde e nebbiose di un novembre qualunque.