Qui si apre un mondo magico, legato alle atmosfere ovattate e alle storie dell&rsquo;infanzia, dei sogni e desideri che ruotano intorno ai capitoletti (veri e propri&nbsp;<i>po&egrave;mes en prose</i>) di Ofelia (qui riproposto dopo oltre quarant&rsquo;anni, ma ancora pieno di freschezza). E come un contraltare, ecco la scrittura a volte scanzonata e &ldquo;scomposta&rdquo; di questi racconti (alcuni non nuovi, altri recentissimi) che attraversano paesaggi &ldquo;barbari di muschi e di nebbie&rdquo; di campagna e di citt&agrave;, dei suoi portici, delle sue osterie, rivissuti con memoria non sempre incantata. L&rsquo;uso particolare della lingua e una serie di giochi e costruzioni della narrazione (a volte apparentemente non conclusa) accompagna il lettore in luoghi talora inventati e in luoghi forse riconoscibili come reali: Treviso e Venezia, i fiumi, la collina e la pianura, e gli fa incrociare vicende di uomini e donne a met&agrave; fra disperazione e amori immaginati, come in un fragile equilibrio tra realt&agrave; presenti solo nella penna dello scrittore e ricordi fissati nella storia.<br />&nbsp;