A partire dal 1906, Alain organizzò parte della sua opera in un genere letterario che lo avrebbe poi caratterizzato, i “Propos”: articoli brevi, scritti in forma brillante e ispirati da fatti quotidiani, che riguardano ogni ambito della vita, dalla politica all’economia, dall’educazione alla religione. I Propos ebbero un grande successo sul pubblico dei lettori ma gli costarono l’indifferenza, se non l’ostilità, di parte della critica, che evitò di approfondire la sua ricerca in campo filosofico. Umanista spinoziano e cartesiano, fu un “risvegliatore di spiriti” e un appassionato difensore della libertà, e non propose un sistema o una scuola filosofica, ma insegnò a dubitare di qualsiasi idea. Ateo, pacifista e anticlericale, rispettò comunque sempre lo spirito della religione e ad alcuni fenomeni di culto dedicò studi molto approfonditi. Lungamente sottovalutato, accusato di eccessivo ottimismo (inteso quasi come sinonimo di leggerezza), questo maestro laico di Simone Weil che non credeva al progresso è stato spesso paragonato a un sapiente orientale; forse oggi i tempi sono maturi per una rilettura del suo pensiero e una rivalutazione del suo spirito contrario a ogni dogmatismo e integralismo intellettuale.