A segnalare l&rsquo;importanza di Alberto Radicati tra gli intellettuali del primo Settecento italiano ed europeo fu Piero Gobetti che senti fortemente l&rsquo;attrazione di quella &not;gura di nobile ribelle democratico e proto-comunista. Del conte di Passerano, che de&not;finisce &laquo;primo illuminista della penisola&raquo;, Gobetti ha tracciato, nel suo Risorgimento senza eroi, un ritratto pieno di forza e vivacit&agrave; poi ripreso, precisato e approfondito da Franco Venturi.<br />&laquo;Pouvoir un jour delivrer ma Patrie du joug cruel des Eccl&eacute;siastiques&raquo;: &egrave; stato questo il motivo di fondo di tutta la variegata opera radicatiana, maturata in circostanze esistenzialmente drammatiche nel giro di pochi anni tra 1730 e 1737. Una fondamentale bipartizione struttura il giudizio del Radicati sulle guerre storiche: da una parte i partigiani dell&rsquo;umana ragione in cerca della verit&agrave; e dall&rsquo;altra i fautori della &laquo;professione sacerdotale&raquo;, detentori di una presunta verit&agrave; assoluta da imporsi anche col ricorso alla coercizione violenta delle coscienze.<br />Di Radicati si pubblicano qui in traduzione italiana due brevi opuscoli che, atteggiati secondo il classico modello plutarcheo, ripropongono motivi centrali di un pensiero originale, interessato a una profonda riforma morale e intellettuale dell&rsquo;Italia e dell&rsquo;Europa intera.<br />Radicati, che si proclama un libero pensatore cristiano, ricostruisce le vicende delle &laquo;imposture&raquo; all&rsquo;origine dei monoteismi ebraici e islamici.