Come parlare d’amore dopo il pop e la televisione. Il romanzo di Aldo Nove è il racconto commosso di un amore (di molti amori), ma è anche il ritratto ironico e spietato dell’Italia dagli anni Settanta ai Novanta, quando tutto è diventato merce. Il protagonista Matteo ha ventotto anni e lavora per una ditta che produce banconi per il pesce. Sulla sua vita, Matteo ha “quattro cose” da dire, che costituiscono i quattro capitoli o “movimenti”, quasi sequenze musicali, del libro. Prima cosa, l’amore matto e disperatissimo dell’infanzia: è l’età dei fumetti e dei ghiaccioli, quando l’amore ha un sorriso “come quello di Dio e di Pippicalzelunghe dal vivo”. Seconda cosa, l’amore inesorabilmente devastato dal tempo: la malattia della madre, la tragedia familiare e il tempo che corrompe l’amore. Terza cosa, l’esperienza del liceo e, soprattutto, il ricordo formidabile del primo bacio. E infine l’amore ritrovato della maturità. Amore mio infinito è il libro della piena maturità di Aldo Nove, come scrittore simbolo della nuova scena letteraria italiana di fine Novecento.