Siamo nell&rsquo;Et&agrave; del bronzo, quando i fabbri erano stregoni e sperimentavano nuove leghe e la gente viveva nelle palafitte. Hatia &egrave; una giovane ragazza vissuta nel 1450 a.C. al tempo delle <i>terremare</i>, dove ora c&rsquo;&egrave; il paese di Montale Rangone, in provincia di Modena. Hatia &egrave; la figlia maggiore di Moroha, il <i>Grande Cacciatore</i>. Hatia ama suo padre ma nello stesso tempo si ribella alla sua vecchia visione del mondo. Lei non vuole fare la vita della solita pastorella ed &egrave; affascinata dal recente villaggio che &egrave; sorto nella <i>Grande Pianura</i>. Le luci del villaggio che illuminano la notte, assieme al ritmo dell&rsquo;<i>Uomo del Fuoco</i> che batte il metallo, ai suoni dei corni, al profumo e alle luci delle feste, al vociare della gente, sono per lei un miraggio e per questo far&agrave; scelte sbagliate che stravolgeranno la sua pacifica esistenza. Di pari passo alla storia di Hatia, viene narrata quella di Valentina, la giovane archeologa bolognese, che &egrave; venuta in possesso dei manufatti posseduti 3500 anni prima da Hatia. La trama del libro s&rsquo;alterna in continuazione tra le due epoche, tra l&rsquo;Et&agrave; del bronzo e gli anni Duemila, con le passioni, gli amori, i sogni e purtroppo anche i problemi legati al cibo di Hatia, ma soprattutto quelli di Valentina, che soffre sin da piccola di anoressia e bulimia. Le avventure e i colpi di scena si susseguono uno dopo l&rsquo;altro tanto che non consentiranno al lettore di smettere di leggere e di voltar pagina, sperando in un riscatto finale delle due protagoniste.