Il mondo del calcio è disciplinato da una selva normativa che spesso si presta a interpretazioni tanto soggettive da mettere in discussione il concetto stesso di diritto. La FIFA in questi anni ha lavorato con grande determinazione nel tentativo di uniformare il metodo di giudizio, con frequenti aggiornamenti dei regolamenti disciplinari e procedurali per dotarsi di linee guida che possano essere adottate anche dalle singole Federazioni nazionali. Il ruolo dell’agente di calciatori è dunque diventato sempre di più un punto cardine nella gestione dei rapporti tra le società sportive e tra queste ultime e i calciatori, attirando l’esigenza di creare dei professionisti non tanto del calcio quanto piuttosto del diritto ad esso applicato. Svolgere oggi l’attività di agente di calciatori significa dunque essere per prima cosa dei professionisti in ambito giuridico, conoscere le norme, le loro applicazioni e il campo di gioco su cui esse vanno applicate. Il diritto calcistico internazionale, in questo senso, è il vero centro dell’interesse dal momento che sono proprio i trasferimenti e i rapporti tra Federazioni straniere a costituire il nucleo del lavoro di chi sceglie di impegnarsi in questo settore. Operare in Paesi molto diversi dall’Italia come l’Indonesia, il Paraguay, la Bulgaria o l’Armenia è possibile solo attraverso una rigida applicazione delle regole internazionali cui affidarsi oltre ogni possibile interpretazione. Per questo far conoscere il codice, la sua applicazione attraverso i precedenti, la natura giuridica delle norme e presentare casi pratici è il solo modo per arrivare a una piena padronanza di una materia in divenire, una scienza rigida da applicare ad un universo in movimento continuo, quello di un pallone che rotola su un prato verde.