Una giornata qualunque, una vecchia stazione, due ragazzi seduti su una panchina: tutto apparentemente normale se non fosse per un peso enorme che schiaccia le due giovani vite. Fino a qualche ora prima nel grembo di lei batteva il cuore di un figlio che per paura entrambi hanno deciso di non voler conoscere. Ora resta solo quel peso, quel macigno che soffoca e attanaglia l'anima, il cuore, le viscere, e che sembra non concedere via d'uscita. Inizia così la storia narrata nel romanzo "Dove fermano i treni", la storia di Clelia e di Andrea, due ragazzi che dopo aver deciso l'interruzione della gravidanza, non riescono più a ritrovare se stessi, la loro storia, il loro amore. Il racconto profondamente intenso, acquista maggiore particolarità e interesse perché raccontato dal punto di vista di lui, analizzando il suo sofferto percorso interiore: partendo dal rifiuto per un sentimento che lo spaventa e lo destabilizza, Andrea giunge alla consapevolezza dei propri sentimenti per quel figlio non voluto fino a sentire forte l'esigenza di personificarlo, di renderlo reale, per riuscire in qualche modo a riemergere dall'abisso che lo imprigiona e ad andare oltre.