<br />Il terzo volume della <b>collana Reati e Impresa</b>, muovendo dalla disamina della c.d. &ldquo;questione ambientale&rdquo; &ndash; ovvero la ricerca del giusto contemperamento tra la protezione dell&rsquo;ambiente e la contrapposta esigenza di assicurare lo svolgimento e l&rsquo;evoluzione dell&rsquo;attivit&agrave; produttiva &ndash; ricostruisce i vari profili giuridici della <b>tutela penale dell&rsquo;ecosistema</b>.<br />Disamina necessaria per appurare se il <b>sistema sanzionatorio penalistico</b> &ndash; con i suoi principi e regole (legalit&agrave;, offensivit&agrave;, colpevolezza ecc.) &ndash; rappresenti lo strumento repressivo maggiormente idoneo a garantire una tutela effettiva contro i <b>&ldquo;crimini ambientali&rdquo;</b>, oppure se esistano tutele &ldquo;alternative&rdquo; a quella a matrice individual-penalistica, capaci di offrire una miglior efficienza ed efficacia sanzionatoria contro le condotte in danno dell&rsquo;ambiente (come il possibile rafforzamento della disciplina relativa alla responsabilit&agrave; amministrativa degli enti dipendente &ldquo;dall&rsquo;eco-reato&rdquo;, ex D.lgs. 231/2001).<br />Nondimeno, il testo analizza sia i caratteri delle principali fattispecie che costituiscono l&rsquo;odierno &ldquo;diritto penale dell&rsquo;ambiente&rdquo;, sia le notorie <b>vicende processuali </b>che simboleggiano la casistica italiana relativa ai c.d.<b> &ldquo;mass disasters&rdquo;</b> ambientali (quali, su tutti, l&rsquo;incidente della nube tossica di Seveso, la vicenda del petrolchimico di Porto Marghera, il caso Eternit e dell&rsquo;Ilva di Taranto).<br />&nbsp;