Pedro, cresciuto nei sobborghi malfamati di La Paz, a quindici anni &egrave; considerato il pi&ugrave; cristallino talento del calcio giovanile boliviano destinato a una ricca carriera da professionista. L&rsquo;opportunit&agrave; di una vita migliore per s&eacute; e per la sua famiglia si infrange a seguito di un incidente stradale che rendendolo zoppo lo condanna a ristagnare in un&rsquo;esistenza misera, simile a quella di molti altri giovani che vivono nelle favela.<br />Carattere indomito e sempre pronto a cogliere il lato positivo della vita, l&rsquo;ex Matador di Barranquilla, come era stato soprannominato, riesce ad adattarsi alla sua nuova quotidianit&agrave; fino a quando l&rsquo;amore e la passione per il calcio irrompono prepotentemente nella sua vita. Grazie all&rsquo;intercessione di un famoso scout, il giovane si reinventa radiocronista per l&rsquo;emittente pubblica nazionale. Dai campetti di periferia fino alla cronaca ufficiale di un&rsquo;anomala partita della nazionale boliviana che si svolge in un luogo suggestivo. Una citt&agrave; isolata dal resto del mondo, incastonata tra le nevi perenni della catena delle Ande. Attraverso lo sguardo entusiasta di Pedro viene descritta una citt&agrave; utopica dall&rsquo;architettura bizzarra, con uno stile di vita eclettico in cui il benessere personale deriva dal benessere di chi lo circonda. Un luogo inospitale dove la vita prospera nel rispetto dell&rsquo;ambiente con il calcio e una sana competizione sportiva come fulcro.