Quando il 18 gennaio 2021 Procida si &egrave; vista attribuire l&rsquo;ambizioso titolo di Capitale della Cultura per l&rsquo;anno 2022 si &egrave; voluto senza dubbio premiare anche l&rsquo;identit&agrave; marinara di una comunit&agrave; caratterizzata, da secoli, dal suo indissolubile legame con il mare. L&rsquo;isola, proprio grazie alla sua collocazione geografica, &egrave; stata sempre fucina di mestieri legati all&rsquo;economia del mare (pescatori, marinai, barcaioli, padroni di nave) e tale circostanza pu&ograve; considerarsi sufficiente a stabilire un rapporto tra le attivit&agrave; economiche e la loro regolamentazione.<br />&ldquo;Un&rsquo;isola che non isola&rdquo;, che ha sempre guardato oltre i suoi confini, conquistandosi un peso e un ruolo nella storia sociale, culturale, politica ma anche, e soprattutto, marittima prima nel panorama degli stati italiani e poi della nazione. Nella sua lunga storia marittima ha naturalmente conosciuto anche i rischi legati al mare che nel Cinquecento imposero all&rsquo;isola un&rsquo;architettura difensiva. Dopo le incursioni barbaresche nel golfo di Napoli nel 1534, 1544 ad opera di Khair ad-din detto il &ldquo;Barbar&oacute;ssa&rdquo;, e di Sinan Pasci&agrave; nel 1551, 1558 e 1561, il duca d&rsquo;Alcal&agrave; Don Perafan de Rivera nel 1563 decret&ograve; la ristrutturazione e la costruzione di torri di avvistamento. In quegli anni fu realizzato palazzo D&rsquo;Avalos e al posto della medievale Terra Casata nasceva la Terra Murata un organismo urbano fortificato cui si aggiunsero, fuori dalle mura, i vari borghi abitati dell&rsquo;isola. Il mare, i porti, le spiagge in quei secoli non erano sicuri e per far fronte ai rischi della pirateria, sulla scia di analoghe iniziative, nel 1617 i padroni di barche della Marina di Sancio Cattolico decisero di fondare un Monte di mutuo soccorso e una chiesa intitolata a Maria SS.ma della Piet&agrave;, San Giovanni Battista e San Leonardo. Obiettivo delle somme raccolte dal nuovo ente laicale e investite in immobili era la tutela della gente di mare con il riscatto dei marinai in schiavit&ugrave;, la sepoltura e l&rsquo;assistenza agli anziani, alle vedove e la dote alle fanciulle pi&ugrave; povere. Di quell&rsquo;antica storia del Monte dei Marinai, ancora oggi attivo, rimangono le riggiole murate sulle facciate delle case di propriet&agrave; dell&rsquo;ente nella zona di Sancio Cattolico. La creazione del Pio Monte era molto innovativa per l&rsquo;epoca e dal suo Statuto possono evincersi profili giuridici economici e sociali ai quali &egrave; opportuno rivolgere attenzione in quanto rappresentano una forma &ldquo;<i>ante litteram</i>&rdquo; dell&rsquo;odierno&nbsp;<i>Welfare</i>&nbsp;marittimo. Procida pu&ograve;, a pieno titolo, essere ricordata dagli studiosi del diritto della navigazione perch&eacute; annovera tra i suoi illustri concittadini un insigne giurista: Michele De Jorio, avvocato e magistrato del foro napoletano poi presidente del Sacro Regio Consiglio, che si occup&ograve;, sin dalla giovane et&agrave;, di economia e diritto marittimo. Il De Jorio &egrave; degno di essere ricordato come colui a cui, il 20 dicembre 1779, Sua Maest&agrave; Ferdinando IV di Borbone, diede incarico di compilare un testo che raccogliesse i capitoli, gli usi, i regolamenti, le ordinanze e leggi di navigazione e di commercio del Regno di Napoli.<br /><br /><b>Alfonso Mignone</b>, salernitano, &egrave; avvocato specializzato in diritto della navigazione e dei trasporti e, trascinato dalla passione per la storia marittima, ha pubblicato diversi saggi sull&#39;argomento. Per <b>Passerino editore</b> ha gi&agrave; pubblicato, nel 2020, il saggio giuridico <b>La tutela comunitaria del passeggero tra normativa e giurisprudenza </b>e lo studio di storia marittima&nbsp;<b>Navi e porti della Badia di Cava</b>.<br />&nbsp;