Spirito libero, indagava criticamente la realt&agrave;, scopriva, denunciava, cercava di ripristinare la giustizia. Avanti ai suoi tempi, autoritari e retrogradi, cerc&ograve; di affermare il suo valore e conquistarsi il posto che meritava: una lotta sempre in salita.<br />Ma, pur coinvolta fino al collo, finiva per allontanarsene o per essere espulsa: colpita, ferita, ma mai abbattuta o inglobata in un sistema che non le piaceva affatto: privilegi&ograve; i deboli, che protesse dall&#39;indifferenza dei potenti.<br />Difese con orgoglio la sua &#39;regola dell&#39;amore&#39;, pagando con l&#39;emarginazione la sua &#39;diversit&agrave;&#39;: amata dalle vittime, odiata dal potere.<br />Nella solitudine, scelta o imposta, ascolt&ograve; i suoi fertili silenzi, cogliendo con ironia le contraddizioni dell&#39;animo umano, salvando sempre la sua autonomia di giudizio.<br /><br />AMBRETTA MARIA VECCHIETTI.&nbsp;<br />Nasce a Camerino (MC) il 23 marzo 1942, studi classici e di diritto, sindacalista, passione civile, amore per la poesia e il teatro, coltiva la scrittura, vocazione innata, collabora a giornali e riviste, monografia sulla riforma psichiatrica. La vita e la famiglia l&#39;assorbono nell&#39;ombra per 40 anni. Rimasta sola, riscopre la vena: in tre anni, escono a valanga poesie, racconti di memorie mai sepolte, riflessioni sul passato e sul futuro, vivendo un eterno, fertile presente.