Il reato di duello, presente nel vigente Codice penale Rocco fino alla depenalizzazione del 1999, ha rappresentato per secoli il “delinquere nobile” dei gentiluomini, con cui si riabilitava l’onore offeso, pratica più o meno costantemente perseguita e sanzionata. La frammentata Italia della Restaurazione, coi suoi Sovrani impegnati a ispirare le proprie leggi al nuovo fenomeno della codificazione, continuò a guardare al duello come illecito, declinando il reato in vario modo e punendolo anche aspramente, pur con la costante accettazione di questa radicata consuetudine cavalleresca da parte della società. Nel libro si attraversa l’ultima codificazione penale italiana precedente l’Unità e quella successiva dei codici del 1889 e 1930, per guardare a come nella Penisola si è ritenuto di intendere e reprimere il duello, stretto tra le norme dei codici cavallereschi, che ne disciplinavano minuziosamente ogni aspetto, e quelli penali che ne condannavano attori e partecipanti.