"La verità è un'invenzione."
Ana trascorre ogni estate su un’isola della Dalmazia affidata alle cure della nonna Nada, che ha vissuto la tragedia della guerra e dell’occupazione fascista, fuma una sigaretta dopo l’altra e proibisce alla nipote di parlare in tedesco: la lingua di suo padre, la lingua dell’Austria, dove la bambina passa il resto dell’anno. Due lingue, due luoghi, un padre assente, una nonna ammirata e temuta, il fantasma del secondo conflitto mondiale: tutto questo compone il tessuto di una narrazione potente e mai scontata, sostenuta da uno stile affilatissimo, in cui la piccola protagonista si rifugia nelle zone di intraducibilità che ogni lingua racchiude. Due lingue, due luoghi, un padre assente, una nonna ammirata e temuta, il fantasma del secondo conflitto mondiale: tutto questo compone il tessuto di una narrazione potente e mai scontata, sostenuta da uno stile affilatissimo, in cui la piccola protagonista si rifugia nelle zone di intraducibilità che ogni lingua racchiude.
Ana trascorre ogni estate su un’isola della Dalmazia affidata alle cure della nonna Nada, che ha vissuto la tragedia della guerra e dell’occupazione fascista, fuma una sigaretta dopo l’altra e proibisce alla nipote di parlare in tedesco: la lingua di suo padre, la lingua dell’Austria, dove la bambina passa il resto dell’anno. Due lingue, due luoghi, un padre assente, una nonna ammirata e temuta, il fantasma del secondo conflitto mondiale: tutto questo compone il tessuto di una narrazione potente e mai scontata, sostenuta da uno stile affilatissimo, in cui la piccola protagonista si rifugia nelle zone di intraducibilità che ogni lingua racchiude. Due lingue, due luoghi, un padre assente, una nonna ammirata e temuta, il fantasma del secondo conflitto mondiale: tutto questo compone il tessuto di una narrazione potente e mai scontata, sostenuta da uno stile affilatissimo, in cui la piccola protagonista si rifugia nelle zone di intraducibilità che ogni lingua racchiude.