La storia dell&rsquo;Iran non comincia certo nel 1979, ma la rivoluzione, con il suo prezzo altissimo di sangue e di verit&agrave;, con le lacerazioni insanabili e con le ferite solo in parte ricomposte, &egrave; ormai una parte fondamentale, imprescindibile della storia e dell&rsquo;identit&agrave; del Paese. Non pu&ograve; e non deve essere assolutamente considerata una &ldquo;parentesi storica&rdquo; (come Benedetto Croce definisce il fascismo per l&rsquo;Italia), o un &ldquo;incidente di percorso&rdquo; lungo la strada che porter&agrave; forse un giorno a una democrazia liberale di stampo occidentale.<br />La rivoluzione, oltre a segnare la storia dell&rsquo;Iran e di tutto il Medio Oriente, ha toccato la vita di milioni di iraniani: ha diviso e lacerato famiglie, distrutto vite e carriere, dato speranze illusorie e liberato energie insospettabili, affossato e realizzato sogni, segnando profondamente l&rsquo;esistenza sia di chi quegli eventi storici li ha vissuti sia di chi &egrave; nato dopo e ne ha toccato con mano e ne subisce tuttora le conseguenze. Ripercorrerne le origini, anche attraverso le testimonianze dirette di chi l&rsquo;ha vissuta, &egrave; un esercizio fondamentale. La rivoluzione, come diceva Mao Tse Tung, non &egrave; un pranzo di gala. Nemmeno quarant&rsquo;anni dopo.<br />&ldquo;Ho letto queste pagine con lo stesso ritmo frenetico con il quale sono accaduti i fatti raccontati con passione e precisione da Sacchetti, impressionata, ancora una volta, dalla violenza che sconvolse l&rsquo;Iran di quegli anni, dal caos e dal terrore come uniche leggi, ma anche dalle tante e complesse ragioni storiche che portarono allo sconvolgimento di quell&rsquo;area geografica, la cui onda lunga lambisce e condanna ancora oggi tanti Paesi a scenari di guerra e di morte&rdquo;. (Chiara Mezzalama)