La controra &egrave; una terminologia tipica dei paesi del sud-Italia e si riferisce a quella fase di riposo del dopopranzo, obbligatoria per tutti, nel periodo di caldo opprimente dei mesi estivi.<br />Durante l&rsquo;ora della controra nelle case e per le strade regna il silenzio assoluto, vengono sistematicamente interrotte tutte le attivit&agrave; lavorative ed i paesi stessi sembrano addormentarsi, tanto da apparire abbandonati, quasi spettrali, perch&eacute; non circola anima viva. Mentre nelle campagne, i contadini che hanno cominciato a lavorare i campi fin dall&rsquo;alba si stendono sotto le larghe chiome degli alberi frondosi alla ricerca di una piacevole frescura, in ogni casa, subito dopo aver rigovernato, ci si affretta a socchiudere imposte e battenti per impedire l&rsquo;ingresso alla grande calura.<br /><br />Il romanzo si sviluppa in un contesto paesano, appunto nell&rsquo;ora della controra, dove si perpetua giornalmente il rito dell&rsquo;incontro di un gruppo di donne che, sfidando la grande calura e rinunciando al riposo obbligato, si riuniscono sotto un ombreggiato portico per trascorrere momenti di svago e di ozio industrioso. Al rito della controra si assocer&agrave; anche Luisa, una piccola forestiera che, affascinata da quei raduni, vi parteciper&agrave; ogni estate, nel periodo delle vacanze estive, fino alle soglie della giovinezza. Qui, attraverso il racconto di simpatiche storie e drammi personali, avverr&agrave; non solo la sua maturazione emotiva, ma col tempo si sar&agrave; resa conto di essere stata testimone del processo evolutivo di un piccolo borgo antico.<br /><br />Antonia D&#39;Andria &egrave; nata a Napoli nel 1949 da madre napoletana e padre acheruntino. Formazione umanistica, ha frequentato l&rsquo;Universit&agrave; Suor Orsola Benincasa di Napoli, indirizzo psico-pedagogico. Studiosa della psiche umana, appassionata di giardinaggio, sta portando avanti l&rsquo;eredit&agrave; del nonno paterno di grande amore per la terra.