Quando il tempo della vita, giorno dopo giorno, si va assottigliando, il pensiero vaga lontano &ldquo;oltre l&rsquo;ostacolo&rdquo; nell&rsquo;immensit&agrave; dell&rsquo;infinito.<br />&Egrave; questo il filo conduttore di Sono morto, un romanzo in cui l&rsquo;autore ha voluto immaginare quello che potr&agrave; essere il viaggio verso l&rsquo;infinita Contemplazione Divina delle nostre anime che, liberatesi finalmente dalla carcassa del corpo terreno rimasto freddo ed inerte nell&rsquo;arida terra, s&rsquo;involano felici verso l&rsquo;eternit&agrave;.<br />Viene clamorosamente smentita l&rsquo;immagine dantesca dell&rsquo;inferno, del purgatorio e del paradiso per la semplice considerazione che Nostro Signore, nella Sua immensa bont&agrave;, non avrebbe potuto mai immaginare di creare un luogo di supplizio come l&rsquo;inferno, purificando persino, alla loro morte, le anime dei criminali e dei peccatori. Ma poich&eacute; vengono mantenuti i ricordi e i sentimenti, tali anime, proprio perch&eacute; purificate, si tormentano all&rsquo;infinito per il male commesso.<br />La carrellata di personaggi che il protagonista incontra nel suo viaggio etereo presenta il filo conduttore delle curiosit&agrave; e delle particolarit&agrave; pi&ugrave; o meno note su ognuno di loro.&nbsp;<br />Era un sogno?