Il <b>prefetto</b>, nell&#39;ordinamento amministrativo italiano, &egrave; un organo monocratico dello Stato, rappresentante del governo territoriale di province e citt&agrave; metropolitane, preposto a un ufficio denominato &quot;prefettura-ufficio territoriale del governo&quot;, dipendente dal Ministero dell&#39;Interno.&nbsp;La figura del prefetto venne introdotta in Italia durante il dominio napoleonico, con decreto del 6 maggio 1802, quale sistema di organizzazione dei poteri locali piramidale-gerarchico, che rispecchiava quello francese: il territorio era ripartito in dipartimenti, distretti, cantoni (a soli fini elettorali) e comuni. Al dipartimento era preposto un prefetto, nominato dal ministro dell&#39;interno, al distretto un sottoprefetto e al comune il sindaco, che era al contempo organo esponenziale dell&#39;ente e delegato del Governo (secondo un modello vigente ancora oggi in Francia, in Italia e in altri Paesi con ordinamento giuridico &quot;latino&quot;).<br />Il prefetto era affiancato da due luogotenenti (uno per gli affari amministrativi, e l&#39;altro per gli affari legali e di polizia) e da un segretario generale che formavano il consiglio di prefettura.<br />Con la caduta di Napoleone e la restaurazione dei precedenti ordinamenti monarchici, il nuovo sistema di organizzazione amministrativa fu generalmente mantenuto, essendosi rivelato efficiente. Cos&igrave; fece anche il Regno di Sardegna che, con la legge comunale e provinciale n. 3702 del 1859, divise il territorio in province con a capo un governatore provinciale, circondari sotto guardia a degli intendenti e comuni con a capo il sindaco; grazie al regio decreto n. 250 del 1861 la denominazione del governatore provinciale fu mutata in prefetto e quella dell&#39;intendente in sotto-prefetto.<br /><br />I mini-ebook di Passerino Editore sono guide agili, essenziali e complete, per orientarsi nella storia del mondo.<br /><br />A cura di&nbsp;<b>Antonio Ferraiuolo</b>.