Uscito nel 1925 sulla rivista Ignis e firmato con lo pseudonimo di Maximus, <i>Un&rsquo;Ode Alchemica di Fra Marcantonio Crasellame Chinese</i> di Arturo Reghini &egrave; uno studio interpretativo di uno dei pi&ugrave; noti testi alchemici del XVII&deg; secolo. Un testo che &egrave; stato, fra quelli italiani in materia, probabilmente il pi&ugrave; largamente citato e tradotto negli ultimi quattro secoli.<br />La <i>Lux Obnubilata suapte natura refulgens. Vera de Lapide Philosophico Theorica, metro italico descripta, et ab auctore innominato Commenti gratia ampliata</i> (questo &egrave; il suo titolo completo) vide la luce nel 1666 a Venezia, con l&#39;enigmatica firma di &quot;Fra Marcantonio Crasellame Chinese&quot;. Si tratta di un&rsquo;ode a soggetto alchemico in lingua Italiana, composta da tre &ldquo;canzoni&rdquo;, preceduta da una prefazione in Latino e seguita da un proemio e poi da un commento.<br />L&rsquo;opera venne a lungo attribuita a Otto Tachenius, un medico, farmacista e alchimista tedesco del XVII&deg; secolo, ma nel 1956 Pericle Maruzzi dimostr&ograve; che questo straordinario testo alchemico &egrave; stato in realt&agrave; scritto dal Marchese Francesco Maria Santinelli, un nobile ed iniziato pesarese, poeta e cultore di Alchimia molto vicino alla Regina Cristina di Svezia.