Le poesie che compongono la silloge di Barbara Zasso coinvolgono il lettore lasciando che ne tragga un senso di leggiadria, fugacit&agrave; e inafferrabilit&agrave;. I versi si vestono di rarefatte metafore spesso in connessione con il variegato mondo della natura: possiamo udirvi il soffio del vento, sentire il profumo dei papaveri e, in particolare, affiorano i riferimenti al cielo con i suoi molteplici colori e umori, che ne disegnano volti cangianti.&nbsp;<br />Il percorso di scoperta che accompagna la lettura suscita meraviglia, quella che si plasma cogliendo l&rsquo;essenza di ci&ograve; che appartiene al misterioso e all&rsquo;incompreso &ndash; che forse mai potr&agrave; essere svelato. L&rsquo;autrice riesce a rappresentare vividamente il dolore che &egrave; proprio del vivere, ma anche a delineare il sentiero che conduce alla porta aperta sul sogno o a sbloccare quelle sensazioni che necessitano di essere sviscerate e affrontate.<br /><br /><b>Barbara Zasso</b> nata a Brescia, vive a Novara.<br />&Egrave; Ingegnere Civile libera professionista, con formazione Umanistica al Liceo Classico Paolo Sarpi di Bergamo.<br />La passione per le Lettere non la lascer&agrave; mai, portandola a definirsi &ldquo;un&rsquo;Umanista prestata alla Scienza&rdquo;.<br />Esordisce con il Quaderno di poesie <i>Di luci e d&rsquo;ombra,</i> 2016, Ed. Vitale. Il secondo Quaderno di poesie &egrave; del 2018, <i>Solo per due sassi, </i>Ed. Vitale.