<i>Nel 186 a.C. lo stato Romano oper&ograve; una persecuzione dei seguaci del dio Bacco talmente sanguinosa e violenta che pu&ograve; paragonarsi soltanto a quella che qualche secolo dopo fu compiuta contro i Cristiani. Tale persecuzione &egrave; sorprendente se si tiene conto che nessuno fu cosi tollerante in materia religiosa come i Romani. Noi conosciamo i dettagli di essa principalmente da Livio che dedica dodici capitoli del 39 libro delle sue storie all&rsquo;affare dei Baccanali.</i><br />Noi abbiamo fatto un&rsquo;analisi critica dettagliata di tali capitoli e su alcuni aspetti abbiamo compiuto dovuti approfondimenti. Dall&rsquo;insieme emerge<i> che egli non si sforza certo di rappresentare i fatti nel modo pi&ugrave; oggettivo possibile.</i><i> <i>Egli &egrave; sufficientemente realistico solo quando ci comunica informazioni storiche. Quando racconta come lo scandalo dei Baccanali fu scoperto, parla dei seguaci di Bacco o accenna ai suoi riti, la sua attendibilit&agrave; &egrave; abbastanza ridotta, talvolta vicino allo zero. Egli rappresenta i seguaci del Dio come comuni criminali che sotto il velo di una religione commettevano i peggiori delitti. Rappresenta gli elementi del culto di Bacco in modo ostile e prevenuto. Trae vantaggio di ogni opportunit&agrave; per mettere i seguaci in cattiva luce. La preliminare ostilit&agrave; verso tutti i culti stranieri induce Livio a rappresentare vari elementi del culto di Bacco in modo distorto.</i> </i><br />Dal racconto di Livio<i> vien fuori una mescolanza di dati tra i quali anche quelli non inventati di sana pianta sono difficili da decifrare, perch&eacute; non sempre &egrave; facile capire fino a che punto &egrave; arrivata la sua opera di mistificazione. &nbsp;</i><i>Giustamente O.F. Robinson, professore emerito di diritto romano nella Glasgow University,</i><i>&nbsp;osserva (2007, p. 28) che </i><i>&ldquo;Livy gives us a much better chance of understanding the senatorial propaganda of the period than of reconstructing what actually happened&rdquo;</i><i>. </i>