<b>Perch&eacute; non possiamo non dirci &quot;cristiani&quot;</b> &egrave; un breve saggio scritto da <b>Benedetto Croce</b> nel <b>1942</b>, nel quale l&#39;autore sostiene che il <b>Cristianesimo</b> ha compiuto una rivoluzione &laquo;che oper&ograve; nel centro dell&#39;anima, nella coscienza morale, e conferendo risalto all&#39;intimo e al proprio di tale coscienza, quasi parve che le acquistasse una nuova virt&ugrave;, una nuova qualit&agrave; spirituale, che fino allora era mancata all&#39;umanit&agrave;&raquo; che per merito di quella rivoluzione non pu&ograve; non dirsi &quot;cristiana&quot;. &laquo;Gli uomini, gli eroi, i geni&raquo; che vissero prima dell&#39;avvento del Cristianesimo &laquo;compirono azioni stupende, opere bellissime, e ci trasmisero un ricchissimo tesoro di forme, di pensiero, di esperienze&raquo; ma in tutti essi mancava quel valore che oggi &egrave; presente in tutti noi e che solo il Cristianesimo ha dato all&#39;uomo. Il breve testo crociano ebbe subito diffusione e notoriet&agrave; non a caso in quel periodo in cui la Chiesa cattolica incominciava a rendere esplicito il suo dissenso dal regime fascista il quale reag&igrave; con una violenta campagna di stampa che invest&igrave; anche Croce fatto scherno dal ministro dell&#39;educazione nazionale, <b>Giuseppe Bottai</b> che alludeva ironicamente all&#39;operetta crociana con un articolo intitolato <i>Benedetto Croce rincristianito per dispetto</i>.<br /><br /><b>Benedetto Croce </b>(Pescasseroli, 25 febbraio 1866 &ndash; Napoli, 20 novembre 1952) &egrave; stato un filosofo, storico, politico, critico letterario e scrittore italiano, principale ideologo del liberalismo novecentesco italiano ed esponente del neoidealismo.