L&rsquo;opera &egrave; costruita attorno a cento novelle, che Boccaccio immagina vengano raccontate da dieci giovani in dieci giorni. Il contesto &egrave; quello della peste del 1348: sette fanciulle e tre giovani si incontrano nella chiesa di Santa Maria Novella, a Firenze, e decidono di abbandonare la citt&agrave; dilaniata dalla peste per ritirarsi al sicuro nella pi&ugrave; salubre campagna. Le novelle, raccontate di giorno in giorno, disegnano un affresco apparentemente caotico e disordinato: una carrellata di personaggi, ambienti e situazioni diverse, che riflettono la molteplicit&agrave; della vita reale del tempo, spesso chiassosa ed esuberante. A questo apparente caos fa da contraltare la societ&agrave; ordinata che i dieci giovani riescono a ricreare lontano dalle atrocit&agrave; della peste, affermando un ideale di vita cortese sensibile alle lusinghe della convivialit&agrave; e dell&rsquo;amore. Ma se l&rsquo;amore (anche nella sua declinazione pi&ugrave; erotica e materiale) &egrave; forse il tema che la tradizione ha maggiormente privilegiato, &egrave; il &ldquo;culto per l&rsquo;ingegno&rdquo; quello che meglio qualifica il mondo poetico del Decameron. Esso esprime l&rsquo;interesse del Boccaccio per l&rsquo;uomo, per il suo modo di entrare in rapporto con la realt&agrave;, per la sua possibilit&agrave; di modificarla e di rendersi protagonista attivo. L&rsquo;ingegno &egrave; capacit&agrave; di agire, &egrave; esperienza del mondo, &egrave; capacit&agrave; di incidere sugli eventi, &egrave; &ldquo;virt&ugrave;&rdquo; intesa in senso utilitaristico e pre-machiavellico.<br /><br />GIOVANNI BOCCACCIO (Certaldo, o Firenze 1313 - Certando 1375) fu uno dei maggiori prosatori del suo tempo. Precursore con l&rsquo;amico e maestro Petrarca dell&rsquo;Umanesimo, deve in gran parte la sua fama alla sua opera pi&ugrave; celebre, il Decameron. Fu anche iniziatore della critica filologica dantesca, nonch&eacute; diffusore e copiatore dei manoscritti della Divina Commedia.