Indugio ancora pigramente, un poco, mentre il segnale delle lezioni squilla con un tono irritato e impaziente.<br />Fuori c&rsquo;&egrave; un sole cos&igrave; bello, un sole pallido di novembre che d&agrave; agli alberi spogli ed al lago un aspetto di letizia quasi primaverile. Tutta la notte il vento ha soffiato impetuoso, a raffiche violente, e s&rsquo;&egrave; portato via fin le ultime foglie ingiallite dell&rsquo;autunno, fin le buccie di castagne e di arance sul piazzale del Liceo.<br />Tutto &egrave; chiaro, netto, gelido e puro, anche le montagne che svolgono terse e brulle la loro divina teoria sul cielo immenso.<br />C&rsquo;&egrave; tanto sole! E bisogna salire in Liceo, rinchiudersi in classe, assistere alle lezioni, e poi un poco stanchi, coi libri che pesano, con gli occhi cerchiati, col pensiero dell&rsquo;indomani, tornare a casa (non alla &laquo;mia&raquo; casa) per il lungo viale d&rsquo;ippocastani, fino ai lumi di Castagnola, fino al cancello di &laquo;La Fiorita&raquo;.<br />E Madame correr&agrave; a passettini brevi, un poco affannata, un po&rsquo; spettinata come sempre.<br />&mdash; Ah! c&rsquo;est vous! &ndash; E poi il pranzo&hellip;<br />Mi sento molto infelice.<br />&mdash; Che cosa sta contemplando, &laquo;Milla cara&raquo;? &mdash;<br />Mi scuoto, mi volto e m&rsquo;accorgo che so ridere ancora.<br />&Egrave; Zambellini che mi &egrave; giunto alle spalle, in bicicletta, e che non vuol perdere la buona abitudine di canzonarmi un poco con quel &laquo;Milla cara&raquo; (siamo come cane e gatto) e di guardarmi dal disotto in su in maniera irritante, coi suoi occhi chiari che scrutano fino in fondo all&rsquo;anima.