Tra le pagine di questa antologia troverete&nbsp;quattro poetesse assolutamente diverse e&nbsp;riconoscibili nel proprio linguaggio specifico,&nbsp;importanti voci del panorama italiano poetico&nbsp;e contemporaneo: Camilla Ziglia, Adriana&nbsp;Tasin, Ilaria Biondi e Maria Mancino (in arte&nbsp;Maggie), ognuna con una mini silloge di&nbsp;cinque poesie accompagnata da un incipit&nbsp;fotografico di Umberto Vecchi.<br />Le due forme sono congeniali, non atte a&nbsp;mera descrizione didascalica, ma pronte ad&nbsp;aprire nuove possibilit&agrave;, traduzioni della&nbsp;realt&agrave; e del sogno, del visibile e dell&rsquo;invisibile,&nbsp;che inciti chi si avvicina a questa antologia&nbsp;all&rsquo;apertura dell&rsquo;obiettivo.<br />Necessario &egrave; stato ampliare l&rsquo;obiettivo sull&rsquo;argomento&nbsp;comune tra le mini sillogi: la pandemia, il lockdown. In&nbsp;risposta a nuove parole per &ldquo;limitare i contagi&rdquo;, la&nbsp;poesia ci &egrave; venuta in soccorso.<br />Ancora una volta la poesia ci salva, la pi&ugrave; misteriosa&nbsp;espressione dell&rsquo;anima, che pu&ograve; essere paragonabile a&nbsp;un buco bianco, il pi&ugrave; grande mistero della fisica, cos&igrave;&nbsp;essa &egrave; stata la risposta al buco nero da cui siamo stati&nbsp;inghiottiti: l&rsquo;appiglio, il dialogo con noi stessi e con&nbsp;l&rsquo;altro, la rifrazione di luce; non a caso la poesia si&nbsp;festeggia nel primo giorno di primavera, come rinascita,&nbsp;augurio, nonostante la paura, i drammi, i silenzi, la&nbsp;pressione mediatica del 2020.