In "Confluenze" si ascoltano le voci delle parole, le note delle campane, i rumori lievi del vento, del mare e della pioggia. Voci colorate che continuano a meravigliarci e ad affascinarci col loro suono, ora acuto ora trionfante, ora tenebroso ora celestiale. Ci si misura con l’attesa e con una dimensione più ampia per ritrovare il senso smarrito e gli oggetti perduti. Per ritrovare dei frammenti mancanti e la natura delle cose. Perché “la notte a volte/ è un mistero inquieto quanto la morte” e il presente è ciò che vediamo e spesso è ciò che non vediamo affatto…