Questo libro &egrave; un piccolo prezioso scrigno dove pagina dopo pagina si scopre, in un<br />turbinio di sentimenti, il valore e l&rsquo;essenza stessa della vita.<br />Carla Vialardi ha saputo cogliere e raccontare magistralmente le sue vicissitudini, le sue gioie e le sue sofferenze ora in maniera ironica ora veemente, spesso evocativa, nostalgica e struggente.<br />Il lettore non pu&ograve; fare a meno di partecipare a questa valanga di emozioni che attanagliano, tuffandosi in un mare spumeggiante di allogorie che nella prima parte si alternano in un crescendo Wagneriano nell&rsquo;epica cavalcata delle Walkirie ed i ricordi lievitano, con annotazioni a volte irridenti, scanzonate che tuttavia rivelano non solo una non comune propriet&agrave; di linguaggio, avulso da schemi rigidi di perbenismo, dove comunque anche la cosiddetta parolaccia viene espulsa in senso quasi liberatorio. D&rsquo;altra parte il titolo stesso dell&rsquo;opera pu&ograve; preannunciare<br />che qualcosa non &egrave; sicuramente andata per il verso ritenuto giusto.<br />In questo particolare diario la Vialardi ha praticamente registrato con la grande umanit&agrave; e sensibilit&agrave; che la contraddistingue, tanti fasi salienti della sua esistenza, in cui ognuno pu&ograve; forse trovare uno spaccato nel quale riconoscersi.<br />Il modo di esporre con arguzia e profondit&agrave; le problematiche della vita quotidiana tra ilarit&agrave; ed inevitabili delusioni, &egrave; avvincente e coinvolgente, soprattutto laddove viene toccato l&rsquo;argomento della famiglia, del lavoro, della malattia e del distacco traumatico dalla persona tanto amata.<br />Carla Vialardi in questo itinerario della sua vita riesce ad intenerire, a commuovere e contemporaneamente a far sorridere, sovrapponendo a tutto una nota finale fondamentale che &egrave; quella della &ldquo;speranza&rdquo; e lei, fragile ma indomita farfalla, ne ha saputo spargere poeticamente i semi attraverso questo suo diario davvero unico e speciale che fa riflettere e meditare.<br />Anna Maria Campello Scrittrice