<i>Di una riforma d&rsquo;Italia</i>: questo il titolo scelto da Carlantonio Pilati (1733-1802) per quella che sar&agrave; sotto ogni profilo la sua opera pi&ugrave; fortunata, pi&ugrave; citata e pi&ugrave; commentata. A 250 anni dalla prima edizione del libro (1767), avvenuta in clandestinit&agrave; nella citt&agrave; svizzera di Coira, vale la pena ritornare sulla proposta riformatrice dell&rsquo;autore, intellettuale della secolarizzazione, collocato nell&rsquo;empireo dell&rsquo;illuminismo italiano da Franco Venturi, addirittura eletto a &ldquo;guida attraverso il secolo dell&rsquo;Illuminismo&rdquo; da Ulrich Im Hof, ma sorprendentemente mai riletto in tutta l&rsquo;ampiezza del suo progetto e del suo pensiero, a dispetto della sua fama e di qualche ripresa recente ma parziale. Sino ad ora mancava all&rsquo;appello un&rsquo;edizione commentata della <i>Riforma d&rsquo;Italia</i>: basata su un accurato esame delle fonti e su una precisa ricostruzione della tormentata biografia dell&rsquo;autore, l&rsquo;edizione commentata consente finalmente di affrontare la <i>Riforma d&rsquo;Italia</i> con piena consapevolezza della sua carica innovativa, ma anche dello stile compilatorio con cui il libro &egrave; stato costruito. L&rsquo;introduzione, che intende essere una biografia del libro, dar&agrave; conto anche delle modalit&agrave; di ricezione del titolo, delle traduzioni (2 versioni in lingua francese, una in lingua tedesca), delle censure subite, della rinnovata attualit&agrave; della Riforma nel corso dell&rsquo;Ottocento italiano.