PoetAIÈ l’immagine che crea la parola o la parola che crea l’immagine?. E-book. Formato PDF - 9788869322945
di Carlo Alberto Calcagno
edito da CARTA E PENNA , 2023
Formato: PDF - Protezione: Filigrana digitale
Ieri notte prima di addormentarmi mi è venuta l’idea di convertire in immagini le poesie che ho scritto negli ultimi 25 anni.<br />E l’ho realizzata con l’Intelligenza Artificiale.<br />L’esperimento è stato davvero interessante perché ha fatto sorgere nuove constatazioni e ha generato nuove domande.<br />Partiamo dalle constatazioni.<br />Anzitutto l’Intelligenza Artificiale attuale non è stata certamente programmata per i poeti.<br />Se fosse vivo oggi, Pablo Neruda non riuscirebbe a convertire in immagini nemmeno una delle sue poesie.<br />I programmatori hanno bandito ad esempio parole come “seno” (mentre passa curiosamente la parola “seni”) e tutte quelle metafore che in un modo o nell’altro fanno riferimento all’atto sessuale.<br />Di talché la poesia si ritrova in una gabbia di perbenismo puritano, come del resto la manifestazione del pensiero.<br />Sembra quasi di essere tornati al Ventennio.<br />Inoltre si mettono al bando alcune parole che, sempre secondo i programmatori, sono “pericolose” e che secondo una concezione assolutamente arbitraria, possono portare al suicidio, alla tristezza e alla depressione.<br />I programmatori comunque non sanno che il poeta scrive soprattutto quando le cose non vanno per il verso giusto.<br />Quando è felice il poeta è come il letto desertico di un torrente, è in secca.<br />Curiosamente poi coi pixel vengono esaltate dimensioni e distorsioni, a mio giudizio, davvero psicologicamente impattanti, come ad esempio le rappresentazioni truculente della morte e dell’Inferno (che qui ovviamente ometto).<br />Alcune mie liriche non sono rappresentabili in immagini da un pc almeno allo stato attuale: la rete artificiale è troppo semplice e ridotta rispetto ai miliardi di connessioni che formano la rete neurale.<br />Rispetto all’inconscio che sprigiona potentemente dalle parole, le immagini artificiali non sanno accendere che una debole fiammella, se e quando la percepiscono.<br />Le immagini, poi e in quanto appunto creazioni artificiali, sono per loro natura artefatte e ci conducono spesso in un mondo che nemmeno Kafka o i poeti maledetti avrebbero potuto lontanamente immaginare. Le rappresentazioni elettroniche, come si vedrà, non rispettano particolari canoni estetici od etici e di ordine (anche se i loro inventori frustrano il pensiero all’origine) e cercano tuttalpiù di imitare un inconscio che nessuno conosce.<br />Le rappresentazioni che vengono fuori dal sistema binario sono poi talvolta sessiste, figlie anche loro purtroppo di una certa cultura: prendono di mira le donne, utilizzano i loro volti per esprimere concetti non del tutto lusinghieri. Mai un poeta è stato sfiorato da certe categorizzazioni.<br />Su questo bisognerebbe interrogarsi.<br />Soltanto in rari casi le immagini risultano realmente efficaci nel senso di fornire realmente una voce visiva alle parole che la mente del poeta o del lettore possono riconoscere.<br />Le nuove domande che invece sorgono in me riguardano soprattutto gli impieghi di questa tecnologia che intravedo in terapia: la conversione in immagini rende palese il fatto che l’attività umana è scomponibile in diversi fattori che hanno una vita propria ed una differente interpretazione: il pensiero, la parola scritta e l’immagine.<br />Ebbene la cura attuale indaga le parole o chi le pronuncia o entrambi ed opera una reductio ad unum?<br /><i>… continua</i>
Ean
9788869322945
Titolo
PoetAIÈ l’immagine che crea la parola o la parola che crea l’immagine?. E-book. Formato PDF
Autore
Editore
Data Pubblicazione
2023
Formato
PDF
Protezione
Filigrana digitale
Punti Accumulabili