Questa &egrave; una delle commedie pi&ugrave; riuscite del sommo drammaturgo veneziano. Lui stesso ne &egrave; consapevole, come scrive nella prefazione dell&rsquo;edizione a stampa: &ldquo;I <i>Rusteghi</i> in lingua Veneziana non &egrave; lo stesso che i <i>Rustici </i>in lingua Toscana. Noi intendiamo in Venezia per uomo <i>Rustego </i>un uomo aspro, zottico, nemico della civilt&agrave;, della cultura, del conversare. Si scorge dal titolo della Commedia non essere un solo il Protagonista, ma varii insieme, e in fatti sono eglino quattro, tutti dello stesso carattere, ma con varie tinte delineati, cosa per dire il vero dificilissima, sembrando che pi&ugrave; caratteri eguali in una stessa Commedia possano pi&ugrave; annoiare che dilettare. Questa volta mi &egrave; riuscito tutto al contrario: il Pubblico si &egrave; moltissimo divertito, e posso dire quest&#39;opera una delle mie pi&ugrave; fortunate; perch&eacute; non solo in Venezia riusc&igrave; gradita, ma da per tutto, dove finora fu dai comici rappresentata&rdquo;. Una commedia di giovani e di vecchi, come nello stile del teatro buffo di ogni tempo, ma con sottigliezze psicologiche davvero nuove. Una trama coinvolgente, spassosa, da leggere.