Il mondo intorno a noi sembra scosso fin dalle sue fondamenta: guerre, emergenze sanitarie e ambientali, crisi climatica, insofferenze etniche… Uomini e donne fanno ormai molta fatica a orientarsi, perché talvolta i punti di riferimento tradizionali sono scomparsi. Eppure questa incertezza può trovare insospettate affinità con altre epoche storiche, persino a noi molto lontane. Carlo Maria Martini, in questo classico della piritualità, intreccia una sorta di collegamento con la storia ebraica e con gli albori della cristianità, tramite una lettura attenta che va dal Libro dei Giudici agli Atti degli Apostoli: epoche segnate anch’esse da una acuta instabilità, in cui il cardinale sembra scorgere esempi di impegno nell’apostolato ancora validi per l’oggi. I testi di Martini qui raccolti hanno genesi e stile molto diversi, ma sono contraddistinti da una persuasione di fondo comune a tutti: che la parola biblica sia ancora viva, che sia possibile sentirla ancora oggi vibrare con la stessa forza che ha avuto all’inizio. Quali insegnamenti contiene per un’epoca di cambiamento qual è la nostra? In tempi tanto incerti, il cardinale Martini ci trasmette una speranza: la speranza «che, in mezzo a tante parole vuote, ci si accorga che questa parola lascia il segno, non si accosta mai invano e che dopo averla lasciata risuonare nel cuore nessuno è più come prima».