Il modo di fare teologia di Carlo Molari &egrave; accessibile a tutti perch&eacute; nasce ed &egrave; alimentato dall&rsquo;esperienza del vivere. Queste riflessioni sui Vangeli costituiscono un percorso ulteriormente facilitato alla comprensione del pensiero e della spiritualit&agrave; del maestro.<br />Il riferimento alla vicenda storica di Ges&ugrave;, a partire dai Vangeli del Natale (e che prosegue in un secondo volume dedicato ai Vangeli della Pasqua) e in stretto parallelo con le vicende umane in cui ciascuno pu&ograve; riconoscersi, offre un contesto di esemplifi&shy;cazione e applicazione pratica dove il pensiero teologico dell&rsquo;autore emerge con chiarezza e ampiezza di implicazioni. Infatti, a quei temi della riflessione che i racconti dei Vangeli sollecitano viene gene&shy;ralmente dato modo di esprimersi con una estensione e una concretezza mag&shy;giori rispetto alla trattazione sistematica sviluppata ne <i>Il cammino spirituale</i> <i>del cristiano</i> cui si fa qui riferimento.<br />Si manifesta cos&igrave; lo stretto intreccio fra la meditazione delle Scrit&shy;ture, in particolare i Vangeli, e lo svolgersi del pensiero teologico e delle indi&shy;cazioni per la vita dello spirito da parte dell&rsquo;Autore, che a sua volta ha portato lo sviluppo della spiritualit&agrave; e del pensiero vitale del maestro a una penetrazione pi&ugrave; profonda della vicenda di Ges&ugrave;: a partire dalla precisione degli inquadramenti storici, attraverso l&rsquo;immedesimarsi negli eventi della sua vita e il riviverne gli stati d&rsquo;animo &ndash; <i>lo sguardo fisso su Ges&ugrave; </i>&ndash; fin quasi ad assumerne sensibilit&agrave;, atteggiamenti interiori e modi di porsi di fronte alle situazioni dell&rsquo;esistenza. Tutto questo d&agrave; al suo modo di leggere i Vangeli una notevole perspicacia interpretativa proprio per la profondit&agrave; con cui don Molari &egrave; penetrato nella conoscenza della vicenda umana in generale, e di quella dell&rsquo;uomo chiamato Ges&ugrave; in particolare.<br />Dalla prefazione&nbsp;<i>di Francesco Nicastro e Ornella Stazi</i>