&quot;In un giornale di Milano del giorno 4 gennajo 1882, tra gli altri articoletti di cronaca cittadina, si leggeva questa breve e sinistra statistica:<br />&laquo;Nel 1881 in Milano vi furono 55 suicidj; nell&rsquo;anno antecedente ce n&rsquo;erano stati 59. Vi sarebbe quindi una diminuzione nel 1881. Ma sono pur sempre pi&ugrave; di un suicidio per settimana&raquo;. Che cosa direste, cari lettori, se vi raccontassi, che nel solo primo semestre del 1882, fra tentati e compiuti, ne avvennero centoquattordici?<br />Altro che uno alla settimana!<br />Centoquattordici suicidj, in sei mesi, danno la spaventevole cifra di un suicidio ogni trentotto ore.<br />Tra i cinquantanove casi del 1882 uno ne avvenne cos&igrave; strano e misterioso per me e per tutti, che una grandissima curiosit&agrave; mi prese di conoscerne le cause intime.<br />Nessun romanziero, nessun fisiologo, infatti, per quanto tiepido studioso del vero, per quanto avvezzo alle bizzarrie ed alle inconseguenze del cuore umano, sarebbe rimasto indifferente dinanzi a quella catastrofe tanto improvvisa e inaspettata. E, per quanto essa fosse narrata dai giornali con quella fredda ironia, che si trova cos&igrave; spesso nel racconto di simili fatti, a me, che conoscevo la vittima, sarebbe stato impossibile di non andarci in fondo. Ma si sa bene!&quot;<br /><br /><b>Un suicidio misterioso, Carlo Righetti.<br /><br />Carlo Righetti</b>, vero nome dell&#39;autore divenuto famoso come&nbsp;<b>Cletto Arrighi</b>&nbsp;(Milano,&nbsp;27 novembre&nbsp;1828&nbsp;&ndash;&nbsp;Milano,&nbsp;3 novembre&nbsp;1906), &egrave; stato uno&nbsp;scrittore,&nbsp;giornalista&nbsp;e&nbsp;politico&nbsp;italiano, tra i massimi esponenti della&nbsp;Scapigliatura.