Ruba, lo scrittore ruba, un suono, un gesto, una parola, un&rsquo;emozione, un profumo quanto un odore, un rumore. E immagina, diventa amico oppure si mette nei panni di chi gli ha permesso di <i>rubare</i>.<br />Qualcuno si chiede leggendo un libro quanto c&rsquo;&egrave; di autobiografico, forse sarebbe pi&ugrave; corretto dire di <i>rubato </i>perch&eacute; lo scrittore &ndash; che lo sia di professione o per passione &ndash; osserva, annusa, annota, trascrive, rielabora e solo allora <i>immagina</i>.<br />In questa silloge di racconti, Carmina Trillino, ha attinto a piene mani appropriandosi, con garbo e stile elegante e raffinato, delle suggestioni che l&rsquo;occasione esterna di contatto con il mondo le ha offerto in momenti diversi. &ldquo;Acquamarina&rdquo;, il primo racconto, ad esempio nasce dall&rsquo;osservare per anni una donna che passeggia altera e fiera per il corso principale, rispettando la sua follia.<br />E ancora, in treno si accorge che una signora al cellullare piange cercando di nascondere le lacrime, le ruba cos&igrave; il suo desiderio di affetti e famiglia mai avuta, e ne scaturisce &ldquo;La linea vita&rdquo;. Sul traghetto di ritorno da Stromboli, mare rubato al cielo e due uomini che si abbracciano fino all&rsquo;ultimo istante disponibile: uno sale, l&rsquo;altro si getta e nuota in mare, &egrave; lo spunto per &ldquo;Ottavio e Infinito vivere&rdquo;. La bicicletta, insieme allo zaino sono oggetti dotati di anima e volont&agrave; propria: a loro la scrittrice deve la sua voglia di movimento e libert&agrave;, ed ecco &ldquo;Si va&rdquo;. Infine &ldquo;Sono io che vi guardo&rdquo; nasce da una prova sul campo durante un corso in Rai di scrittura creativa.<br />Le parole sono mobili, come l&rsquo;infinito. Sono restituzione, per tutto il bello e il bene che la lettura ci regala, sono la risposta ai sensi che restano sempre allertati.