dal prologo:<br />La giornata era fredda, tetra, monotona. Una di quelle dense nebbie che s&rsquo;inalzano dal Po, sul finire di Ottobre, avviluppava, per cos&igrave; dire, tutta la citt&agrave;.<br />Nella sala della Corte d&rsquo;Assise erano stati costretti ad accendere i lumi.<br />E quella luce rossastra faceva un singolare contrasto con la scialba luce del giorno, che passando attraverso i vetri delle finestre metteva delle ombre mobili, dei riflessi giallognoli sul viso delle persone che assistevano palpitando al dramma, che si svolgeva loro dinanzi.<br />La folla era immensa; ma la sala non era stata invasa solo dal popolino e dai semplici borghesi. Anche le classi privilegiate erano accorse al clamoroso processo, che avrebbe fatto epoca negli annali giudiziari.<br />Si &egrave; che la brillante societ&agrave; torinese vi era personalmente interessata, giacch&eacute; si trattava di veder condannare od assolvere un uomo distinto per la bellezza e lo spirito, ricchissimo, legato in parentela con le primarie famiglie dell&rsquo;aristocrazia; il conte Raul Adalberti accusato e confesso di aver assassinato la moglie.<br />Il movente di quel delitto era un mistero per tutti.<br />La contessa Miranda Adalberti, come lo dichiarava lo stesso accusato, era stata la pi&ugrave; fedele, la migliore delle mogli, delle madri, delle donne.