Limite del nostro campo visivo, l&rsquo;orizzonte ci lega al mondo e agli altri: sta di fronte a noi, ma il suo sito non &egrave; immutabile. E tuttavia abbiamo spesso l&rsquo;impressione di poterlo raggiungere, di poterlo toccare e oltrepassare, tant&rsquo;&egrave; che, per studiarne la natura, dobbiamo considerarlo come una linea quasi tangibile. Pur essendo incatturabile, l&rsquo;orizzonte ha di fatto fornito un riferimento stabile agli astronomi, una guida affidabile ai naviganti del mare e del cielo &ndash; e perfino lo sguardo dei cosmonauti lo ha rimirato come un rassicurante punto di raccordo con il pianeta lontano. Nelle scienze e nelle arti, l&rsquo;orizzonte costituisce uno strumento fondamentale e insieme paradossale per pensare i rapporti fra la terra e il cielo. Linea, cerchio, apertura e chiusura, punto di fuga o luogo chimerico, contrassegno del finito e risonanza dell&rsquo;infinito, confine avvolgente e abisso vertiginoso, l&rsquo;orizzonte &egrave; un compendio di contraddizioni che ci costringono a ricercare per&ograve; un tratto unificatore. Questo libro ne studia perci&ograve; la funzione in diversi &agrave;mbiti culturali (l&rsquo;astronomia, la storia delle scoperte geografiche, l&rsquo;invenzione della prospettiva nelle arti figurative etc.) e ne illustra il contributo alla costruzione del mondo.<br /><br />&laquo;Sotto la guida di C&eacute;line Fl&eacute;cheux si dispiega davanti a noi una grande variet&agrave; di orizzonti, cominciando proprio dalla scoperta che l&rsquo;uso plurale del termine s&rsquo;impone solo in tempi recenti, quando giunge a maturazione una nozione che, come mostra brillantemente l&rsquo;Autrice, ispira &ndash; fra antico e moderno &ndash; l&rsquo;antica astronomia greca e il cinema, la visione albertiana della pittura, la fisica di Einstein e le pagine di Henri Michaux sul magico disparire di ogni orizzonte&raquo; (&laquo;Le Monde des Livres&raquo;, 14 febbraio 2014).