Immaginate due citt&agrave;, separate e unite allo stesso tempo, in un punto indefinito dell&rsquo;Europa. Figlie della catastrofe post-sovietica. Due citt&agrave; sovrapposte, che condividono lo stesso spazio, ognuna con le proprie strade, i propri palazzi, i propri cittadini, la propria storia, la propria identit&agrave;. Un&rsquo;anomalia spazio-temporale, un capriccio tecnologico, un errore nella creazione, una scissione a un certo punto della storia? Tutto questo, o forse no. Per un abitante di una citt&agrave;, il pi&ugrave; grave reato &egrave; quello di vedere un abitante dell&rsquo;altra: sono due mondi vicinissimi, eppure incomunicabili, e la punizione per chi trasgredisce &egrave; certa e impietosa. Cos&igrave; tutti sono abituati fin dalla nascita a non-vedere, a sfuggire ogni forma di contatto con gli altri che pure sono l&igrave;, sotto i loro occhi e a portata di mano.<br />Una mattina come un&rsquo;altra viene scoperto un delitto, in una delle due citt&agrave;, e le indagini portano fino all&rsquo;altra citt&agrave;, e poi oltre, in un&rsquo;altra realt&agrave; che nessuna delle due sembra conoscere, e che probabilmente trascende entrambe.<br />Un&rsquo;appassionante detective-story nel solco della grande tradizione noir del Novecento, e una parabola sulle difficolt&agrave; di comunicazione nella societ&agrave; attuale. China Mi&eacute;ville conferma in quest&rsquo;opera tutte le sue eccezionali doti di grande narratore e di manipolatore del linguaggio.