&quot;Il reverendo Bernhard Franken, alto e ossuto nel soprabito nero, che gli scendeva severamente fino ai talloni, stava ben piantato sui piedi larghi e discosti, lasciando penzolare dalle mani intrecciate dietro la schiena, la canna a grossi nodi, dal manico ricurvo.<br />Generalmente egli si dilettava delle voci degli alberi, giudicandole propizie alle sue elevate riflessioni; ma gli olmi non avevano nulla da comunicarsi in quel momento e, tranquilli in lunghissime file, non si scambiavano nemmeno un bisbiglio. D&rsquo;altronde cosa avrebbero potuto dirsi fra loro, che gi&agrave; non sapessero per ininterrotta esperienza? Che faceva gran caldo? Sul finire di luglio il caldo &egrave; naturale. Che i raggi del sole s&rsquo;insinuavano obliqui tra il fogliame e intanto sul prato si accorciavano, indietreggiavano, rispettosi dell&rsquo;ombra? &Egrave; naturale che, quando il crepuscolo si avvicina, il sole si allontani, perocch&egrave; Iddio separ&ograve; la luce dalle tenebre e gli alberi, contemplativi per indole fino dal terzo giorno della creazione, rifuggono dagl&rsquo;inutili discorsi, molto pi&ugrave; che dal quinto giorno della creazione, Iddio, benedicendo gli uccelli che volano per la terra e per la distesa del cielo, impose loro di allietare con il volo ed il canto la immobilit&agrave; ed il mutismo delle piante designate unicamente a far seme e portare frutto secondo la loro specie.&quot;<br /><b>Il dio nero, Clarice Tartufari</b>.&nbsp;<br /><br /><b>Clarice Gouzy</b>, sposata <b>Tartufari</b> (Roma, 14 febbraio 1868 &ndash; Bagnore, 3 settembre 1933), &egrave; stata una scrittrice italiana, autrice di una narrativa ispirata a un&#39;idealit&agrave; morale contrapposta al decadentismo.