Hamid &egrave; un ragazzo di diciotto anni, fuggito dall&rsquo;Eritrea insieme alla sorella Ribka, di tre anni pi&ugrave; piccola. A seguito del naufragio del barcone con cui tentava di raggiungere l&rsquo;Italia, &egrave; arrivato in Puglia dove ha raccolto i pomodori per qualche settimana e poi si &egrave; spostato verso nord fino alle Marche, dove un connazionale l&rsquo;ha inserito nel giro dei venditori ambulanti di paccottiglia al soldo di un egiziano con pochi scrupoli.<br />Hamid &egrave; in condizioni fisiche e psicologiche assai precarie, perseguitato da una cupa e sorda disperazione che mina giorno dopo giorno la sua voglia di vivere.<br />Quasi per inerzia le ore gli scivolano addosso tra i tentativi in spiaggia di impietosire i bagnanti affinch&eacute; gli comprino qualcosa, la necessit&agrave; di rimediare da mangiare, il fermo da parte delle forze dell&rsquo;ordine, le notti passate in un povero ricovero insieme a tanti disperati come lui. Fanno da contraltare i ricordi della sua vita in Eritrea con la madre e la sorella dopo la morte del padre, giornalista probabilmente ucciso dal regime.<br />A stravolgere l&rsquo;apatico e rassegnato status quo di Hamid &egrave; l&rsquo;arrivo in spiaggia di un gruppetto di ragazzi tra cui la bella e dolce Irene.<br />Un racconto anomalo che beneficia del taglio giornalistico adottato da Claudia Cangemi, la quale attinge alla sua esperienza di cronista per tratteggiare il ritratto impietoso e insieme empatico di una realt&agrave; cui troppo spesso si cerca di sfuggire.