L&rsquo;autore &egrave; stato testimone diretto di fatti salienti che hanno inciso sulla geopolitica mondiale: la Rivoluzione iraniana, gli attacchi alle Ambasciate occidentali, il personale dell&rsquo;Ambasciata degli Stati Uniti a Teheran preso in ostaggio, i drammatici tentativi americani di liberarli, le Rivoluzioni delle &ldquo;Primavere Arabe&rdquo; in Egitto, Libia, Siria, Iraq. Tra le due, le sanguinose guerre civili in Somalia e in Sudan, gli anni in Libia e il difficile rapporto con Gheddafi, le guerre di indipendenza dei Peshmerga sulle montagne del Kurdistan e dei Tuareg nei deserti del Sahara.<br />La storia personale che si intreccia con la grande Storia in un groviglio di sentimenti quasi mai netti, dove a volte &egrave; difficile distinguere il bene dal male, perch&eacute; i popoli non sono mai entit&agrave; astratte, ma composti da individui con le loro vite da portare avanti anche nelle situazioni pi&ugrave; tragiche. E in quest&rsquo;ottica a volte si scoprono le vere ragioni che stanno dietro al malcontento di un paese, la rabbia, la delusione e la lotta per la sopravvivenza.&nbsp;<br /><br /><b>Claudio Pacifico</b> &egrave; un diplomatico italiano, scrittore e saggista. &Egrave; nato a Roma nel 1947.&nbsp;<br />Ha conseguito il Diploma di Maturit&agrave; Classica al Liceo &rdquo;Ennio Quirino Visconti&rdquo; di Roma (1965). La Laurea in Giurisprudenza, con la massima votazione di 110 e lode, all&rsquo;Universit&agrave; &ldquo;La Sapienza&rdquo; di Roma (1971). Si &egrave; specializzato in discipline internazionali studiando alla Johns Hopkins University, University of Baltimore, Bologna Center (1971-72) e al Winston Churchill College di Cambridge, University of Cambridge nel Regno Unito (1972).&nbsp;<br />Nel 1974 &egrave; entrato nella carriera diplomatica italiana dove ha servito sino al suo collocamento a riposo, il 1&deg; gennaio 2013.<br />Nella sua lunga carriera, l&rsquo;Ambasciatore Pacifico ha svolto il suo servizio in sedi di particolare rilevanza per gli interessi italiani (a cominciare dall&rsquo;Ambasciata d&rsquo;Italia a Washington)&nbsp;e anche di &ldquo;prima linea&rdquo;, in contesti di pericolo, talvolta veri e propri teatri di guerra, come l&rsquo;Iran della Rivoluzione iraniana; la Somalia della guerra tribale e civile; il Sudan, allora rifugio di Osama Bin Laden e obiettivo dei bombardamenti americani; la Libia di Gheddafi, o anche il Bangladesh dei cicloni e delle peggiori pandemie; e infine l&rsquo;Egitto della &ldquo;Rivoluzione di Piazza Tahrir&rdquo;, epicentro e simbolo delle cosiddette &ldquo;Primavere Arabe&rdquo;, dove &egrave; stato fortemente impegnato nella tutela dei nostri connazionali e degli importanti interessi delle societ&agrave; italiane sino alla fine della sua carriera.